01/12/2015
Laura Ivani (334 articles)

CGIL: “Necessaria una chiara strategia industriale per il futuro di Acam”

david nerini cgil

 “Lo scorso maggio abbiamo sottoposto ai comuni soci di Acam un documento come contributo per favorire una libera discussione in grado di orientare con chiarezza le scelte per caratterizzare il futuro dell’Azienda. Un argomento centrale, caduto però nel silenzio, considerato non prioritario per imprimere un’accelerazione in grado di posizionare con certezza di obiettivi l’azienda oltre il Piano di Riassetto”. Così David Nerini, Responsabile Area Politiche Energetiche Segreteria Confederale della CGIL spezzina interviene su ACAM.

“Il settore delle multiutilities non può – prosegue – sopravvivere per lungo tempo senza una caratterizzazione industriale, soprattutto oggi quando il quadro normativo lascia facilmente immaginare scenari di aggregazioni che vedranno le grandi realtà avviare concentrazioni attraverso l’integrazione di aziende più piccole e di respiro territoriale”.

La nota diffusa dal rappresentante Cgil continua: “Se agli occhi dei più per questa via si otterrebbe la definitiva messa in sicurezza di Acam, dopo il contributo determinante dei lavoratori con la riduzione dei loro salari e l’accettazione di mansioni completamente diverse da quelle di provenienza, noi riteniamo che, se davvero si prospetterà un appuntamento del genere, l’unico modo per non subirlo è presentarsi con una chiara connotazione industriale, giocata sul mix di attività principali (servizi idrici ed ambientali), sulla progressiva integrazione di attività aggiuntive rese ai comuni azionisti e sulla scelta concreta di misurarsi con alcune lavorazioni a mercato, predisponendo anche un assetto societario in armonia con una tale operatività.

Operazioni straordinarie come le cessioni di Acam Gas a Italgas e di Acam Clienti a Eni non possono esaurire la loro portata nella sola posta economica che hanno generato. Occorre, infatti, impegnare le energie verso la costruzione di relazioni strutturali in grado di tradursi in contratti di servizio quantitativamente e qualitativamente significativi, trovando l’adeguata armonizzazione tra le professionalità esistenti e le opportunità strategiche e funzionali per Italgas ed Eni di acquisire specifiche attività proprio sul territorio”

E più avanti afferma: “Un’idea di cosa sarà Acam a partire dal 2019 sembra non interessare nessuno. Si preferisce l’inerzia passiva di un Piano di Riassetto che ormai fotografa un’azienda che non esiste più, ma che continua però a generare graduatorie di lavoratori in eccedenza. Senza una chiara strategia industriale diviene difficile andare avanti; quando non s’individua il collegamento tra sacrificio e obiettivo viene meno la motivazione e tutto si complica.

Sindacato e lavoratori continuano invece a guardare avanti, identificando nell’acquisizione delle attività e nel corretto dimensionamento degli uffici gli strumenti prioritari per assorbire le eccedenze, rifiutando le logiche di esternalizzazione, favorendo i percorsi di riqualificazione professionale per agevolare una mobilità non esclusivamente verso Acam Ambiente e ricercando formule di accompagnamento alla pensione vantaggiosa per i lavoratori.”

Overall

Preoccupazioni sul futuro dell'azienda oltre il 2019